I segreti di Siena: andiamo alla scoperta dei suoi bottini nascosti!
Una fitta rete di acquedotti ancora funzionante
Il nome “bottini” evoca un tesoro fatto di oro e gioielli; si tratta, invece, di un altro tipo di tesoro, dal grande valore storico e culturale. I bottini di Siena, infatti, sono delle gallerie sotterranee, così chiamate forse per via delle loro volte “a botte”. Il fitto labirinto di bottini sotterranei è stato per centinaia di anni un elemento fondamentale per lo sviluppo della città di Siena, che senza di esso non avrebbe avuto alcun accesso all’approvvigionamento idrico. Gli acquedotti sotterranei fanno parte anche del folklore di Siena, grazie alle numerose leggende legate alle misteriose creature del sottosuolo che vivrebbero nei bottini. Allo scopo di salvaguardare e diffondere la conoscenza di questa antica rete di acquedotti, che ancora oggi alimenta le fontane cittadine, i bottini sono visitabili durante delle suggestive visite guidate.
Storia e misteri dei bottini sotterranei
Le prime testimonianze di acquedotti sotterranei a Siena risalgono al 394, ma è solo nel Medioevo che gli scavi si sono intensificati ed è apparso per la prima volta sui documenti il termine “buctinus”. L’ingegnoso sistema di cunicoli ha raggiunto la sua attuale conformazione nel 1466: una rete idrica, i cui rami principali e secondari si estendono per circa 25 km. La raccolta dell’acqua piovana, resa possibile dai bottini, ha sostenuto lo sviluppo di Siena fino alla Prima guerra mondiale, quando è stato costruito un nuovo acquedotto per portare acqua nelle abitazioni. La storia dei bottini si fonde con il mito del fiume Diana, che secondo la tradizione medievale scorrerebbe nel sottosuolo di Siena. Stando alle leggende, in due punti della città, tendendo l’orecchio nel silenzio assoluto, si riuscirebbe a udire il suo mormorio. Nonostante i numerosi scavi effettuati, tuttavia, il fiume non è mai stato trovato. Secondo altre leggende, basate sulla testimonianza degli addetti alla costruzione dei bottini, nei cunicoli sotterranei si nasconderebbero omiccioli e fuggisoli, creature dispettose e a volte spaventose, da cui gli operai si difendevano incidendo croci nella roccia o murando nelle pareti delle Madonne in terracotta.
Le visite guidate ai bottini
Nonostante i bottini tuttora siano in funzione e alimentino molte fontane della città, una parte dei cunicoli può essere percorsa da piccoli gruppi di visitatori. Sono consentite le visite al bottino di Fonte Nuova, che si trova a poca distanza dal Relais degli Angeli, e a una porzione del bottino di Fonte Gaia, che alimenta la fontana di Piazza del Campo. Le gallerie di quest’ultimo si snodano anche al di sotto dell’Hotel Italia. La prossimità dell’hotel a questo bottino è testimoniata dall’esistenza di un pozzo coperto, ora non più visibile, nel parcheggio della struttura, commemorato da una targa che recita: “Fonte Gaia, Bottino maestro”. La suggestiva passeggiata nei bottini completa la visita di Siena, rivelandone l’anima segreta. La visita richiede prenotazione obbligatoria, indumenti caldi e scarpe antiscivolo (o stivali, in caso di acqua alta). Prenotare un hotel nelle vicinanze dei bottini ti consentirà di cambiarti senza problemi prima e dopo la visita.