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Il Palio di Siena in onore della Madonna di Provenzano: 2 luglio 2017

Una tradizione medioevale giunta fino a oggi

I primi documenti che riportano lo svolgimento di una corsa equestre in quel di Siena risalgono al 1238, tuttavia si è conoscenza che già nel XII secolo si corresse un palio dedicato a San Bonifazio, l’antico protettore cittadino. La corsa si teneva in occasione della celebrazione di Maria Vergine dell’Assunta nel mese di agosto e a parteciparvi erano esclusivamente esponenti dell’aristocrazia. Il grande cambiamento avvenne nel Seicento quando la gara del Palio venne trasferita nella scenografica Piazza del Campo e, alla data del 16 agosto, si aggiunse quella del 2 luglio in onore della Madonna di Provenzano. Tale ricorrenza assunse grande importanza per i Senesi perché, pochi anni prima, una statua della Vergine conservata nella chiesa di Provenzano aveva operato un miracolo molto particolare: un soldato spagnolo occupante aveva tentato di sparare alla scultura, ma l’archibugio era esploso uccidendolo e lasciando il busto integro. L’evento fu visto come una sorta di riscatto dalle occupazioni straniere e la Madonna di Provenzano divenne una meta per tutti i fedeli.

Il Palio e le sue regole

Alla corsa possono partecipare solo dieci delle diciassette contrade in cui è suddiviso il territorio cittadino. Le prime sette in gara sono quelle escluse dal palio precedente, le altre tre vengono scelte mediante estrazione a sorte. Il giorno della corsa, la festa inizia con il corteo storico che parte dal Duomo e giunge in piazza con mazzieri, cavalieri, istituzioni cittadine e figuranti in abiti in costume con i colori delle varie contrade. Attorno alle 19,30 i fantini escono in piazza e ricevono il nerbo quindi si preparano a entrare tra i canapi, ma il loro ordine di ingresso rimane segreto fino all’ultimo momento, fino a quando il mossiere li chiama per prendere posto. La decima contrada rimane invece fuori perché è di rincorsa e sostanzialmente decide il momento della partenza inserendosi nel circuito con il cavallo già al galoppo. La gara vera e propria consiste in tre giri della piazza e viene vinta dal cavallo che taglia per primo il traguardo, non importa se sia “scosso”, cioè, se sia senza fantino.

Il palio durante l’anno

Nonostante la gara duri solo pochi minuti, la preparazione del Palio di Siena, invece, si protrae per tutto l’anno. A partire dall’inverno i responsabili delle varie contrade prendono contatti con i proprietari di cavalli e con i fantini e, in primavera, si tengono alcune corse di prova, in modo che possano essere selezionati. I berberi, cioè i cavalli, vengono però assegnati a sorte il 29 giugno, il primo giorno della festa della Madonna di Provenzano. La Tratta (l’estrazione) avviene in Piazza del Campo, quindi ogni fantino compie sei giri del circuito per familiarizzare meglio con l’animale. Molto suggestiva anche la consegna del nerbo e la benedizione del cavallo e del fantino, cerimonia che avviene nelle chiese di ogni contrada. Dopo la corsa, poi, a festeggiare non sono solo i vincitori, ma anche quelli di tutte le altre contrade con l’organizzazione di cene all’aperto lungo le vie del loro quartiere.